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Epigenetica Evolutiva

Di connessioni interne

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Oggi vorrei fare un viaggio, da dentro a fuori e da fuori a dentro. Vorrei provare a tratteggiare come avviene la trasmissione delle informazioni da e per l’esterno. Per farlo, partirò da un’esperienza che probabilmente molti di noi hanno fatto nella loro vita.

Immaginate di andare a fare un massaggio. Vi spogliate, vi sdraiate sul lettino, in uno spazio protetto preparato per voi. L’operatore vi copre con gentilezza con un asciugamano, o una coperta, e vi sentite in un bozzolo, pronti per ricaricarvi. L’operatore si unge le mani con dell’olio, e inizia a massaggiarvi.

Cosa succede nel vostro corpo in seguito al tocco che ricevete?

Lo strofinamento delle dita, delle mani, degli strumenti dell’operatore sulla vostra pelle, crea una debole stimolazione piezoelettrica. Una stimolazione piezoelettrica è quella che avviene, per esempio, quando strofiniamo una sbarra di metallo contro un panno, oppure quando accendiamo un fiammifero strofinandolo su una superficie ruvida.

Di connessioni interne, massaggio - Epigenetica Evolutiva

Questa debole stimolazione fa sì che si creino deboli cariche opposte che generano elettricità. Esse si trasmettono molto rapidamente in tutto il corpo attraverso una fitta rete di connessioni interne.

Come accade?

Sotto la pelle c’è il tessuto connettivo, che possiamo considerare come l’organo più grande del corpo. Il tessuto connettivo è una struttura altamente regolare di fasci ritorti di fibre di collagene, che circonda ogni cellula, ogni organo, ogni apparato.

Per le sue caratteristiche altamente regolari e ripetute, esso si comporta come un materiale semiconduttore, pertanto è in grado di condurre energie ad altissima velocità, di trasportare informazioni (come la fibra internet), di amplificare segnali, immagazzinare energia, filtrare informazioni e spostarle in una direzione. Il tessuto connettivo trasmette le informazioni legate alla stimolazione del vostro massaggiatore in tutte le cellule del corpo.

Raggiunte le cellule, la debole informazione elettromagnetica supera la membrana cellulare. A questo punto la membrana è in grado di informare il suo interno e di sincronizzare tutta l’attività cellulare. Non solo, sulla membrana cellulare sono presenti una miriade di recettori diversi, che ricevono e trasmettono segnali e molecole all’interno della cellula. Tra questi, molti sono “recettori delle molecole delle emozioni”. La debole stimolazione piezoelettrica ricevuta dal connettivo interagisce anche con la struttura tridimensionale dei recettori delle molecole delle emozioni, rendendoli più o meno ricettivi alle molecole circolanti.

Collegate alla membrana ci sono delle proteine, le integrine, il cui scopo è proprio quello di connettere il citoscheletro, cioè le proteine strutturali della cellula alla membrana e al tessuto connettivo. Nomen Omen, verrebbe da dire, perché già dal loro nome è chiara la loro funzione. Le integrine, infatti, collegano l’esterno all’interno della cellula, facendo sì che il segnale venga rapidamente trasmesso in modo bidirezionale. Ad esse è saldamente ancorato il citoscheletro della cellula. Esistono tre diversi tipi di citoscheletro, accomunati dalla funzione strutturale che hanno per la cellula. Il citoscheletro ha una vita brevissima, di circa 10 minuti. Questo significa che ogni 10 minuti tutte le nostre cellule cambiano il loro scheletro, allineandosi secondo il campo elettromagnetico in cui sono immersi. Ogni organello della cellula è collegato al citoscheletro, anche il nucleo. Anche in questo caso le integrine li fissano ad esso. All’interno del nucleo c’è la cromatina.

Anche i microtubuli, uno dei tipi di citoscheletro cellulare sono strutture altamente regolari che si comportano come cristalli liquidi.

Immaginate quindi l’onda dal punto toccato dal nostro massaggiatore propagarsi come un flash in tutto il corpo, in tutti i tessuti e dentro le cellule. E da lì? Dal citoscheletro l’informazione si propaga nel nucleo, dove un altro cristallo liquido recepisce l’informazione: il DNA.

Connessioni ed energia - epigenetica evolutiva

C’è anche un altro modo, sicuramente più lento rispetto a questa modalità pressoché immediata di propagazione dell’informazione: è quello che avviene attraverso le molecole. Come ho detto prima, la stimolazione piezoelettrica cambia la ricettività dei recettori cellulari alle “molecole delle emozioni”. Anche questo produce un cambiamento interno nella cellula, e il segnale arriva fino al nucleo, al DNA, con conseguente modificazione epigenetica e risposta cellulare.

Le memorie sparse nel nostro corpo, legate alle nostre emozioni, ai nostri vissuti, vengono dunque richiamate a noi dal tocco.

I meridiani energetici della medicina tradizionale cinese sono punti in cui il tessuto connettivo è altamente reattivo, e attraverso queste vie di accesso è possibile lavorare direttamente su organi specifici e sulle emozioni ad esse collegate.

Il massaggio è contatto, è tocco, è rilascio. L’utilizzo di manualità diverse, più o meno forti, può liberare emozioni sopite a diverse profondità, e permette una liberazione che è tanto nel corpo quanto nell’animo.

E’ così che inizia il viaggio di ritorno. Il DNA incamera informazioni, risponde alla stimolazione, trasmette l’elaborazione di questi nuovi dati come un’onda di ritorno, attraverso il citoscheletro, la membrana cellulare, il tessuto connettivo. Ogni cellula, ogni organo riceve e trasmette queste informazioni, aggiungendo, sfumando i dettagli.

Il massaggio continua, i ristagni fisici ed emotivi si sciolgono, ci sentiamo liberi e leggeri.

Come ha riassunto la dottoressa Poli in “Anatomia della Coscienza Quantica”: “Il tessuto connettivo e i citoscheletri formano un continuum strutturale, funzionale, energetico in ogni angolo, piega, recesso del corpo fino al nucleo e al DNA. Questa è secondo Oschman la matrice vivente nella quale il connettivo sarebbe un risuonatore quantico in grado di trasmettere e ricevere segnali con il campo quantico universale. Allora ogni pensiero potrebbe echeggiare attraverso il sistema di comunicazione connettivo fino ai geni: forse sono questi i segreti dell’autoguarigione”

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